Questo post nasce da un ricordo, una sensazione che a distanza di tantissimi anni si ripresenta vivida nella mia mente.
Avevo 13 - 14 anni e trascorrevo i fine settimana nella casa di campagna dei miei nonni, una colonica meravigliosa dove ogni anfratto era pregno di mistero che si apriva ai miei occhi come una sorta di piccolo regno incantato. Adoravo passare il mio tempo in quel luogo, gli odori, i silenzi ed i sapori erano unici e fungevano da colonna sonora alla mia fervida fantasia.
Un giorno, dopo un pranzo epocale, assistetti inerme alla totale ritirata dei parenti per la pennichella pomeridiana. Fu così che annoiata mi ritrovai nella stanza dello zio al primo piano. Travi di legno, pareti ocra ed una piccola finestrella altezza ginocchia che consentiva una seduta sul meraviglioso panorama circostante. Per un pò passai il mio tempo a guardare le nuvole passare e assumere le forme più improbabili finchè qualcosa catturò la mia attenzione. Nel ripiano in basso del comodino a fianco del letto c'erano dei fumetti. Mio zio era un grande appassionato di questo genere e spesso, non con una punta di malincuore me li passava da leggere. Decisi così di prenderne uno e leggere qualcosa. L'offerta era ampia, dai western, a paperino, mi misi a controllare che non li avessi già letti fino a raggiungere quello più in basso. La copertina rappresentò una frustata mentale, era un fumetto erotico.
La sensazione fu un misto di stupore per aver beccato una cosa "proibita" e personale dello zio e l'adrenalina dell'essere scoperta. Decisi comunque di dare un'occhiata. Iniziai a sfogliare le prime pagine, la storia era ambientata a Parigi, un marito geloso aveva ingaggiato un detective per seguire la moglie. Tra mille peripezie, appostamenti, e scatti fotografici quest'ultimo, oltre a farsi delle seghe mentre spiava la moglie in posizioni erotiche acrobatiche finisce con innamorarsene e scoparsela finchè il marito geloso e cornuto li scopre. Mentre sfogliavo il fumetto mi soffermavo nel dettaglio delle espressioni, sopracciglia piegate sul viso di lei indicava un piacere intenso, la bocca semiaperta accompagnavano una palpata e ciucciata di capezzolo da togliere il fiato, i tendini della mano tesi mentre indugiavano ad afferrare il sesso maschile, i capelli sul viso mentre si prestava ad essere scopata a pecorina. Per non parlare dei dialoghi, spesso sfacciati e volgari. Era la prima volta che vedevo scene così esplicite e mi scoprii terribilmente eccitata, il calore mi avvampava il volto mentre stringevo tra le mani il fumetto. Sfogliavo le pagine ed il fiato mi si arrestava in petto finchè probabilmente si arrestò definitivamente per qualche istante quando udii dei passi salire l'ultimo tratto di scale. Prontamente richiusi il giornalino e mi infilai sotto il letto. Ero spaventata ed eccitata nello stesso tempo, nonostante il trauma del pavimento freddo e la polvere, l'essere scoperta in quella situazione mi dava angoscia. sentii aprire la porta, vidi i piedi di mio cugino maggiore D. (22 anni) avvicinarsi all'armadio e frugare sul fondo per estrarre qualcosa. Ero ranicchiata in posizione fetale, in silenzio sotto il letto stringevo a me il giornalino mentre trattenevo il respiro. Seguivo da quella posizione tutti gli spostamenti di D. attraverso la sua immagine riflessa nello specchio, scorsi che prelevò dall'armadio un giornalino. Ad un tratto le molle della rete del letto scricchiolarono e si avvicinarono a me, indice che D. si era sdraiato sul letto.
Mi sentivo persa, ero in trappola, se solo avessi fatto il minimo rumore, in una casa di campagna così silenziosa D. mi avrebbe certamente scoperta. Non potevo fare altro che aspettare. Lo scorgevo intento a sfogliare le pagine del fumetto fino a quando lo appoggio al sul fianco sul letto. Pensai che forse era stanco e si stava addormentando, a quel punto avrei potuto sgattaiolare fuori dalla stanza, ma mi sbagliavo. Si slacciò i pantaloni che scivolarono sul pavimento e pensai che era finita: sarei stata beccata quando si sarebbe abbassato per raccoglierli. Ma con un gesto veloce della mano li agguantò e li gettò sul letto. Riprese in mano il giornalino e continuò a sfogliarlo. Ero ignara del contenuto del fumetto fino a quando non scorsi nitidamente il crescente gonfiore sotto le mutande. Non potevo credere ai miei occhi, mio cugino aveva preso un giornalino dello zio e si stava eccitando. Ero in imbarazzo ma divertita. Non nascondo che, in quel momento, il ruolo della guardona non mi dispiaceva affatto anche perchè mio cugino era pur sempre un bel pezzo di figliolo!!! Il gonfiore crebbe finchè la sua mano scese ad afferrarselo dapprima sopra le mutande, come per spostarselo dalla posizione divenuta scomoda, poi lo fece sgusciare fuori e lo afferrò con decisione. La cappella infuocata faceva capolino dal suo pugno ritmicamente e l'asta sembrava davvero durissima. Sentivo il suo respiro intervallato e veloce, una volta inalato dal naso e una volta dalla bocca. Di tanto in tanto lasciava la presa per voltare pagina, e vedevo il suo cazzo rimanere drittissimo e gonfio. Aumentò la velocità ed il respiro si face sempre più forte fino a quando sentii un rantolo gutturale e vidi qualcosa uscire dalla punta del suo cazzo e impiastricciargli la mano. Io ancora sotto il letto in silenzio percepivo un senso di vertigini e formicolio in tutto il corpo. Avvertivo delle vibrazioni sul basso ventre e un senso di bagnato nelle mutandine. Poi D. prese un fazzoletto dalla tasca dei pantaloni e si pulì. Si rivestì, ripose il giornalino sul fondo dell'armadio ed uscì dalla stanza. Io potei riprendere a respirare, e senza perdere tempo rimisi il fumetto al suo posto, mi assicurai che fuori dalla porta non ci fosse nessuno e scesi al piano di sotto, e poi finalmente, fuori. Libera. Mi misi a camminare in mezzo ai campi piuttosto sgomenta. Non sapevo come avrei fatto a sostenere lo sguardo di mio cugino dopo ciò che avevo visto. Provavo una vergogna strana: si insinuava in me la consapevolezza che niente sarebbe stato più come prima. Moriva l'innocenza. Un sipario si alzava su un territorio che mi turbava e mi affascinava. Quella stanza, in cui entrai tantissime altre volte, fù il teatro delle mie prime masturbazioni. E ancora oggi se apro quella porta, in mezzo a quella polvere e attaccato a quei muri, posso percepire il profumo della mia innocenza perduta.
Yin
Grazie veramente...il vostro blog è un angolo dove perdersi e vagare per ore e ore...leggere le vostre storie e condividere insieme a voi le vostre esperienze e senzasioni è fantastico!
RispondiEliminaSpero di leggere ancora molto altro!!
PS. Yin fossero tutte come te le donne!!
un bacio