Il settimo seme di Persefone





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giovedì 3 febbraio 2011

Latenza del dolore

Immaginiamoci un astronauta spedito a distruggere una cometa a migliaia di anni luce da noi.
Le sue parole sarebbero più o meno queste:
"Fra pochi minuti tenterò di distruggere la cometa. Quando voi mi starete ascoltando, la mia missione sarà già compiuta. Spero di uscirne vivo ".
Dopo qualche istante vedremmo un puntino brillare e sparire.
Solo dopo qualche giorno, quando il clamore della cosa sta gia svanendo, udiremmo l'urlo disperato dell'astronauta incaricato di distruggere la cometa minacciosa, che risuonerebbe in noi con una possenza evocativa enormemente più potente, proprio in ragione del ritardo con cui viene percepito.

E' così pure quando muore un amore.
Quando ci chiediamo se il nostro amore sia ancora splendente, quando prendiamo consapevolezza dei dubbi sul suo stato, l'amore è gia morto.
Se ci domandiamo se l'amore è morto, non ci sono dubbi: è morto.
La domanda stessa è il suo certificato di morte.

Istantaneamente non è mai doloroso.
E' una presa di consapevolezza che si svolge in una sorta di anestesia locale.
Come sbucciare un arancia immersi in una trance, mentre tutt'intorno si scatena l'inferno. Un piccolo acufene, un ultrasuono, mentre castelli rovinano al suolo distrutti da uno sbadiglio di troppo.




L'urlo arriva solo molto dopo.
La cognizione del dolore, come il titolo del libro del grande Gadda, arriva con una latenza talmente lunga, che lo spettro dell'effetto anestetico è svanito.
Ci arriva addosso con tutto il suo carico di vuoto che annichilisce.
Non c'è scampo da quel contrappasso.

Questa cosa pensavo stamani, immobile davanti allo specchio mentre non mi facevo la barba ormai davvero molto lunga.


Yang

La sinapsi ( poco ) malata:
Cosa mi porta a mettere Patrick Watson che canta "Amara Terra Mia" di Domenico Modugno?
Beh... E' un pezzo che parla di abbandono, e soprattutto sono un fanatico di Patrick Watson. E' talmente pieno di talento, simpatico e umile che mi fa prendere in considerazione di farmi gay. Stavo navigando sul Tubo godendomi le sue splendide canzoni ( se amate Jeff Buckley non potete mancarlo ), quando mi sono imbattuto in questa chicca fenomenale. L'atmosfera che è stata catturata in questo video è di una naturalezza che mi ha fatto venire le lacrime agli occhi. E poi... ma chi è quel ragazzo sullo sfondo che sfodera quel falsetto micidiale a metà del brano?
Altro link che mi lega a Patrick è la barba.
Ma la mia è più lunga.


15 commenti:

  1. Attenzione!!!
    Il mio amore per Yin ( e il suo per me ) è assolutamente immutato, eh!
    Non mi sono mai domandato se la amassi ancora.
    Non ho il minimo dubbio di amarla.

    Yang

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  2. non ricordo più nulla del romanzo, grazie però per avermelo ricordato, ho letto il post con piacere.
    e che ricordo anche il pezzo musicale! ora me lo cerco con modugno...
    ciao :)

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  3. mi hai ricpotrdato un pezzo di Jack Folla: "Un amore finisce com'è cominciato, con una domanda alla quale non si sa dare una risposta:
    all'inizio è "Mi sono innamorato di te?" e alla fine è "Ti amo ancora?"
    La risposta alla prima domanda è "Sì", se ci domandiamo se siamo innamorati di una persona conosciuta da poco significa che lo siamo almeno un poco, ma se dopo un anno o venti cominciamo a domandarci "L'amo ancora?" la risposta è quasi certamente "No".
    Perchè quando si ama non si fanno domande, si vive. Le domande presuppongono un dubbio e il dubbio mal s'accorda con l'amore".

    il dolore ha affetto ritardato perchè giunge quando a quella domanda abbiamo il coraggio di dar risposta

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  4. Un amore che finisce è un apostrofo nero tra le parole "m'hai rotto i testicoli"

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  5. Fiuuu! Mi hai fatto preoccupare!!! Siete una coppia troppo bella. Era impossibile che fosse dedicato implicitamente a voi. Eh lo so ma c'ho pensato uguale!!!

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  6. ricordo d'aver sofferto così tanto fino a sentirmi una merda schiacciata per terra da trecento ruote di macchina.
    ricordo poi di aver archiviato, e ricordo pure che quel pezzo de coglione è pure tornato, ricordo di esserci tornata insieme e poi subito dopo l'ho mandato a quel paese... quando finisce na storia, è perché deve finire... ma quel che leggo è esattamente la sensazione che ebbi e che avrò mille e mille altre volte... forse. baci, ragazzi.
    ps. mo' mi impiccio su sto video. Jeff piace molto anche a me, ma sto tipo non lo conosco. :(

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  7. no non sono d'accordo. il dubbio è alla base di ogni conoscenza approfondimento ricerca e, soprattutto, relazione. il dubbio nutre l'amore lo istiga a guardarsi dentro a non credere alle apparenze e a farsi sotto. il dubbio, sempre, ogni mattina che ci si sveglia insieme, paradossalmente, ma si il dubbio. il dubbio di noi stessi, da soli e insieme, il dubbio sul proprio amare ed essere amati.
    anche voi non sarete la meraviglia di complicitè e fluidità che mostrate qui, anche voi avrete correnti fredde e gelide, conflitti contraddizioni, allontanamenti e molti moltissimi dubbi. altrimenti non ci sarebbe tutto il resto. è chi non ha mai dubbi che coltiva la fine di una storia, chi consegna un valore assoluto senza costantemente metterlo in discussione. è la fine del pensiero sull'altro che segna la fine.

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  8. Cosa non si farebbe per una penna dell'orco!

    Non so se hai letto la raccolta di fiabe italiane di Calvino. La saggezza popolare ci dice che siamo disposti a tutto, perfino all'impossibile, pur di avere l'illusione della magia.
    Eppure credo che non appena si ha il coraggio di guardare realisticamente che anche un amore può finire, si trova la forza per fare qualcosa. Al contrario, cercare la penna dell'orco con la pretesa di poter schivare la perdita e la fine ci costringe a una fatica spesso inutile e frustrante.
    ciao !

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  9. Ciao Roby. E' sempre un piacere averti qui. Che però mi fa ricordare quanto poco tempo abbia per leggere i blog degli amici. E il tuo è uno dei più belli. E per questo aumenta lo scorno! Grazie diecimila!

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  10. Molto bella questa citazione Shadow. Davvero. Mi ispira. E' talmente inafferrabile il momento di nascita e perdita dell'amore, che momenti di smarrimento apparentemente simili, danno un risultato completamente diverso. Bellissimo. Grazie!

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  11. Spesso quegli apostrofi neri sono piattole, Inneres. E in effetti l'amore finisce quasi certamente, se la compagna scopre che hai le piattole!
    AHAHAHA! Ciao caro!

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  12. E invece di te cosa ci dici Seta? Lo ami ancora? Te lo domandi. O preferisci non farti la domanda...
    ;-)

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  13. Ciao Dea. La minestra riscaldata... A Firenze la ribollita è uno dei piatti istituzionali, e devo dire che a differenza del minestrone di verdure ( che mi fa ragliare ) mi garba, e parecchio. Ma in amore... Boh... Non credo ci sia una regola, e mai darò consigli nell'unica materia dove l'unica regola giusta è la visione soggettiva della cosa. Se ti sei rimessa insieme, avrai avuto le giuste motivazioni. Che poi sia stato un fallimento, era forse prevedibile, ma non per questo, hai fatto la scelta sbagliata. In amore si agisce di impulso. E l'impulso non è giudicabile se non col senno di poi ( che non conta mai una sega ). Eh... sì. Sei condannata a riviverla altre 1000 volte. E sai che c'è? Ti auguro di riviverla quella sensazione. E' un certificato di esistenza in vita.

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  14. Rossa, non sono d'accordo con quel che dici. Ma parlo per me ( Yang ). Invece credo che Yin la pensi più come te. In ogni caso la tua visione è assolutamente rispettabile e per certi versi giusta. Ma come ho detto alla Dea, in amore conta la visione soggettiva. E la mia soggettiva mi fa sentire quel che ho scritto.
    E che ripeto: Per me se arrivi a domandati se lo ami ANCORA, l'amore è perduto.
    Attenta a quell'"ANCORA", eh... Perchè è parte fondamentale del discorso.
    DAL DIZIONARIO:
    Come altri avverbi temporali generici, ANCORA da solo non colloca l'evento nel tempo, ma indica la continuità di una condizione nel presente, nel passato e nel futuro.
    Ergo, vuol dire che sei arrivato a un bivio, e magari l'hai già imboccato. Adesso sei in una fase diversa da prima. E se prima l'amore c'era, e adesso ti domandi se c'è ancora, non ci sono dubbi. Non c'è più.

    "Se ci sono dubbi non ci sono dubbi" : Robert De Niro in "Ronin".

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  15. Completamente d'accordo, Laliebre; ma è talmente labile il confine dove poter tracciare una linea di demarcazione fra quel che è mosso da sentimento amoroso ineluttabile da una parte, e dall'altra da vigliaccheria, che stabilire dove collocare quella riga, spetta a ognuno di noi.

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